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Villa Pinetina

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Villa sull’acqua

Location:

Sanremo

Year:

2019 - 2024

Client:

Private

Info:

Photo: Aldo Amoretti

La materialità di un edificio non deriva in maniera diretta dai materiali che lo costituiscono, ma deriva invece dalla percezione che danno di sé stessi nello spazio interno ed esterno e dalla capacità che hanno tali materiali, nel loro insieme, di attivare ogni forma di relazioni positive. Non esistono infatti, a nostro giudizio, materiali nobili o meno nobili, esistono invece superfici che definiscono il tessuto comunicativo dello spazio e che, in quanto costituenti questo limite fisico e oggettivo, ne definiscono l’esistenza.

Oggi l’industria mette a disposizione del progetto sempre nuova materialità e la rielaborazione dei rapporti tra i singoli materiali, la forma, le superfici e lo spazio è per noi oggetto di continua ricerca. Tale rielaborazione del rivestimento e dell’ornamento è una questione formale e non solo. Influisce sulla struttura e rimodella rapporti e connessioni.

Nel progetto di villa Pinetina, abbiamo voluto indagare i rapporti tettonici tra le parti senza pregiudizio alcuno, accostando il cemento armato a vista, la pietra, il vetro, l’alluminio e il gres porcellanato delle pavimentazioni interne ed esterne nella ricerca di un piano di relazione e connessione tra le parti semplice e armonico, secondo una palette cromatica ridotta.  Tutto sintetizzato nella precisione del dettaglio.

È un edificio per una famiglia numerosa dove lo spazio è volutamente neutro, modulato dalla forte luce del mare a sud e dall’intimità della luce calda dei patii, luce filtrata dalle piante e dagli alberi.

La casa è organizzata intorno a un patio vetrato, vero fulcro del progetto, intorno al quale si sviluppa il sistema di distribuzione.

Il processo ideativo di questa villa urbana tiene conto degli importanti vincoli urbanistici dati dalla sua particolare posizione. È situata a ridosso della pista ciclabile e con alle spalle Villa Nobel, da un lato, Porto Sole e il mare dall’altro.

Il volume esterno dell’edificio è stato perciò limitato al massimo ed è concepito come un piccolo scrigno in pietra e gres porcellanato, disegnato nella ricerca della relazione più florida tra interno ed esterno, secondo una logica legata ai percorsi e alle vedute. Si presenta con tessiture murarie che vanno man mano alleggerendosi: il basamento utilizza la pietra a spacco derivante dagli scavi, nella zona fuori terra invece, la dimensione delle lastre in pietra calcarea, secondo un canone che si può definire classico, salendo si rimpicciolisce, e dona alla facciata, con discrezione, maggiore leggerezza e dinamismo fino al tetto terrazzo, dove si chiude con la pavimentazione di gres.